BRESCIA, ECCO COSA HA LASCIATO IL DERBY

SCELTE DI FORMAZIONE DA RIVEDERE, NEL GIOCO MANCA IL GUIZZO E LA GIOCATA DECISIVA

Cosa ci ha lasciato il derby con la Feralpisalò? In molti se lo chiedono visto il pareggio in extremis della squadra allenata da Daniele Gastaldello. Abbiamo aspettato qualche giorno riflettendo sulla prestazione delle rondinelle prima di esprimere un giudizio quanto più possibile reale e sincero sulla squadra biancazzurra. Non si può nascondere la delusione per un pareggio acciuffato per i capelli. La zampata di Moncini, uomo della provvidenza delle ultime due gare, ha reso meno amaro un confronto storico con la Feralpisalò. Chi si aspettava che il Brescia facesse di un sol boccone la compagine del patron Pasini si è dovuto ricredere. Probabilmente anche noi! Ed è forse stato lì il grande errore di molti tifosi: dare per scontata una vittoria che non lo era.

La Feralpisalò ha invece messo a nudo le fragilità di una compagine ancora alla ricerca di una vera identità. Gastaldello è stato sorpreso dall’aggressività degli uomini di Stefano Vecchi la cui mossa di schermare Paghera è stata determinante per il primo tempo a tinte unicamente verde e blu di marca gardesana. Senza geometrie in mezzo al campo il Brescia si è semplicemente perso. I difensori non sapevano a chi dare il pallone, pochissimo movimento senza palla e baricentro troppo basso hanno concesso campo agli avversari. Pesa, eccome, la scelta di Gastaldello di puntare su Emanuele Ndoj. Nessun pregiudizio verso il giocatore ma indiscutibilmente è parso una voce fuori dal coro. La vera domanda è il perchè di questa scelta! Con Bjarnason in panchina, Galazzi rimasto seduto e un Van de Looi apparso in buone condizioni già dopo 20′ l’albanese andava tolto!

Stesso dicasi di Fares considerato dallo stesso allenatore fuori condizione ma schierato titolare. Il redivivo Huard, senza incantare, ha fatto decisamente meglio già solo per una corsa più fluida e capacità di stare in campo. Errori di valutazione di Gastaldello a penalizzare tanto, forse troppo, l’economia della sfida. Nel mezzo c’è il gioco che latita. Senza Bjarnason ad accendere la luce manca fluidità alla manovra ma più di ogni altra cosa c’è un giocatore, Olze, l’unico in grado di creare la superiorità numerica usato con il contagocce. Il 3-4-1-2 più anche andare ma con un Olzer in campo sulla trequarti oppure come seconda punta viste le difficoltà di creare occasioni da gol. Situazioni e soluzioni sulle quali Gastaldello deve ragionare: la sosta aiuterà ad elaborare le giuste risposte in attesa di tornare in campo.

Resta il dato dell’imbattibilità, Brescia unica squadra a non aver ancora perso. Tuttavia i quattro pareggi, due dei quali arrivati raggiunti all’ultimo minuto sono indice di situazioni da rivedere e rivalutare.

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