BRESCIA, MOROSINI: “LA PRIORITA’ E’ LA VITA”

Leonardo Morosini sta vivendo questa emergenza da coronavirus lontano dagli affetti. Ad Ascoli, sua città lavorativa dopo il trasferimento in gennaio, Leo vive ogni giorno con l’ansia e la paura per la propria famiglia. Ecco alcuni passaggi dell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport.

Il mio pensiero, essendo di Alzano Lombardo, uno dei paesi più colpiti dal Coronavirus, va ai miei genitori, Enrico ed Eleonora, a mio fratello Tommaso e ai nonni materni e paterni, Luciano e Nella, Claudio e Maria. Stanno bene e lottano quotidianamente. 

Da vero lottatore, da persona mai doma di fronte alle avversità della vita Leonardo Morosini ha lanciato un monito:

“Questa è una partita non scontata e che può non durare 90 minuti perchè l’avversario non lo conosciamo. Ma la vittoria finale la determineremo noi”.

Il “Moro” ha toccato anche il tasto dolente della possibile ripresa del campionato:

Tornare a giocare? Sarà molto difficile, sotto tutti i punti di vista. Ma dobbiamo farci trovare pronti. Sarà complicato anche mentalmente, aspettiamo fiduciosi ed ora rivolgiamo il nostro pensiero a qualcosa di più importante, ovvero superare questa crisi terribile“.

Da professionista serio qual’è Leonardo Morosini sta svolgendo allenamenti in casa per mantenere la forma atletica

Allenamento? Un calciatore ha bisogno di molti spazi ed è complicato fare lavoro aerobico e di forza. La cosa più difficile è sostituire la corsa, perchè non si può uscire di casa“.

La giornata tipo di Leonardo Morosini?

“Sveglia libera, non troppo presto, ma nemmeno troppo tardi. Colazione e studio. Sto preparando un esame di pedagogia, sono iscritto alla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università eCampus, l’Ateneo sponsorizzato da Cristiano Ronaldo. Poi c’è il pranzo e nel pomeriggio un’ora e mezzo o due di allenamento. Infine si ammazza il tempo con tv e musica”.

Qualcosa di particolare nelle giornate di Leonardo Morosini?

Vedo documentari sul Manchester City, leggo libri su Guardiola che a Brescia ha lasciato un grande segno. Il nostro team manager, Edoardo Piovani, ci ha raccontato tutto di lui che a Brescia ha giocato con Baggio ai tempi di Mazzone. Personaggi unici.

In prestito ad Ascoli per rilanciarsi e tornare a Brescia, magari in Serie A.

Cosa mi manca per giocare in A? Nei primi sei mesi a Brescia non ho avuto tantissimo spazio. Ma con Cellino c’è un ottimo rapporto e non voleva mandarmi ad Ascoli. Ho bisogno di continuità e con il mio procuratore, Claudio Vigorelli, abbiamo scelto questa soluzione. Ho 24 anni e lavoro per migliorarmi, ora sono contento di essere ad Ascoli“.

Infine la riflessione profonda di Leonardo Morosini:

Il lavoro ed il business in questa società liquida hanno tolto dal centro dell’attenzione l’uomo. Spero che questa lezione lo rimetta al centro di tutto. Per noi calciatori l’importante è aspettare serenamente. C’è chi prenderà decisioni rilevanti e abbiamo il dovere di rispettarle. Il lavoro, la riduzione degli stipendi, la ripresa del campionato sono tutte cose importanti. Ma i calciatori dovranno sentirsi come tutti gli altri. Prima di noi c’è tanta gente che ha perso tantissimo. Ora la priorità è la vita“.

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