L’ALLARME DI CELLINO PASSATO IN SECONDO PIANO

Parole e discussioni, ipotesi di ripresa e date di allenamenti. Il mondo del calcio freme dalla voglia di ripartire. Per lo spettacolo? No, per il puro aspetto economico. Impossibile fare un passo indietro così come hanno fatto molte federazioni. Prendere esempio dal rugby, dalla pallavolo e dal basket non se ne parla. Bisogna assolutamente salvare il sistema calcio ad ogni costo. Un messaggio ed una riflessione partita come sempre da un lungimirante Massimo Cellino. Un messaggio purtroppo passato troppo velocemente in sordina rispetto ad altri temi toccati dal numero uno biancoazzurro.

Nascondersi dietro i problemi economici è sbagliato, l’azienda calcio è come tutte le altre, ma nel sistema mondiale è l’unica in grado di risollevarsi e ripartire in autonomia, senza chiedere aiuti a nessuno. Il fatto che ci nascondiamo dietro consigli di burocrati non coinvolti nell’azienda calcio è sbagliato, che si possa ripartire io me lo auguro ma non lo credo

Esatto, azienda calcio con bilanci in rosso e plusvalenze che ora mettono a rischio l’intero sistema e il futuro di molte società. Perché non giocando i club non incassano gli introiti degli sponsor, non prendono i milioni dei diritti televisivi, non vendono il merchandising e nemmeno i biglietti dello stadio. Insomma, una catastrofe. E dato che la stra grande maggioranza delle società di calcio fonda il bilancio previsionale su queste entrate, in questo contesto di immobilismo forzato il giocattolo è presto rotto.

“Sapete che 700 milioni di euro sono di esposizione finanziaria come sistema calcio in Serie A, garantito dal sistema? Obblighi di riscatto da esercitare a luglio per 270 milioni di euro, anticipi di diritti tv che probabilmente non arriveranno, c’è gente che ha avuto addirittura l’anticipo del paracadute. Se si genera questo effetto domino salta il banco”

Ed il banco può davvero saltare a fronte di una crisi senza precedenti. Ma perché mettere la salute al secondo posto per salvaguardare il sistema calcio? Non sarebbe forse meglio provare a cambiarlo una volta per tutte? Massimo Cellino questo vorrebbe per il mondo che tanto ama ma che tanto disprezza.

“Mi prendo la responsabilità e voglio dire le cose come stanno: i conti economici delle società vanno guardati. Non c’è una società che chiude un conto economico in attivo: sono tutti coriandoli. Come si fa ad avere bilanci così e parlare? Approfittiamo di questo virus per mettere a posto le società”.

Cambiare si può e si deve o almeno si dovrebbe per un sistema che governato così, organizzato in questa maniera fa acqua da tutte le parti. Utilizzando un’analisi del Corriere della Sera in questo scudetto del risparmio è prima. Spese per 17 milioni a fronte di altre società che raddoppiano, triplicano o sono cinque volte più grandi questa cifra. Anche in un momento di crisi la barca Brescia non affonda dal punto di vista finanziario, cosa che altri club non possono garantire.

“Abbiamo la perdita di 1/3 per ingaggi, sponsor, televisioni, spettatori. 1/3 che dobbiamo rimborsare alle tv, ma anche agli spettatori e agli abbonati. Purtroppo noi incassiamo soldi per pagare gli stipendi. Se i soldi non li incassiamo, i giocatori anche se si prendono una Lamborghini in meno non cambia nulla. L’importante è andare dai giocatori a dire le cose come stanno”.

E allora diciamocela tutta: perché questo messaggio di Massimo Cellino è passato troppe volte in sordina e inascoltato? Il coronavirus ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini, la nostra società. E’ cambiata la scuola, il mondo del lavoro…e allora può cambiare anche il mondo del calcio. Deve cambiare! Questo è il momento di ripartire, con un’idea nuova, con bilanci sani, con meno società professionistiche ma più pulite e fortificate economicamente.

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