PARIS ST.GERMAIN – BRESCIA : IL VIAGGIO, PARTE QUARTA

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Non lo nego: Parigi non è proprio il posto più tranquillo del mondo. Usciamo in 4 dallo stadio, direzione metropolitana. Pensare allora che anche a Brescia allo stadio ci sarei andato in metropolitana…Fantascienza: allora almeno. All’imbocco della metropolitana, Roberto e Maffo tirano dritto, mentre io e Paolo scendiamo i gradoni: comunicazione non impeccabile, o quanto meno a dividersi era meno rischioso il rientro verso l’hotel. Loro in taxi noi con la metro. Arrivati sul binario, ci guardiamo attorno, guardinghi. C’è un gruppetto di una decina di tifosi: al nostro passaggio si fanno silenziosi. “Ecco, ci siamo”, penso tra me e me. Nessun vessillo. Sento nella mia testa la colonna sonora dei “Guerrieri della notte”.

“Con quelle scarpe lì, non può che essere un bresciano”. Osservo le mie Cortez rosse. Guardo negli occhi chi ha appena parlato. Sorrido. Si sale in metro. 4 gnari sono partiti in auto da Barcellona la sera prima: erano lì al mare. Altri hanno fatto la nostra stessa scelta: treno + metro. 3 ragazzi sono di Salerno, in vacanza a Parigi. Alla prima fermata, un vagone più avanti salgono una quindicina di tifosi del Psg. Ci riconoscono: non che ci volesse molto, eh.

Ci si guarda in cagnesco per un tratto che mi sembra infinito, riparte la colonna sonora dei “Guerrieri della notte”. Arriva una fermata: scendono in massa. Ci aspettiamo di rivederli salire sulla nostra carrozza. Invece nulla. Proseguiamo verso Gare de Lyon, salutiamo strada facendo un pò di ragazzi. Ed arriviamo nel nostro hotel, prenotato in tempi in cui Booking e altre amenità neppure te le sognavi. Maffo e Roby hanno già fatto il check-in. Siamo distrutti: il tempo di bere una birra, mangiare un panino e tutti a nanna. Alle 9 il Tgv per Brescia è sul binario.

L’adrenalina mi fa compagnia. “Maffo, dormi?” “Uhm…” “Maffo, ce la possiamo fare!” “Dormi”.

In treno ritroviamo facce amiche: sul nostro convoglio ci sono diversi bresciani, stringiamo amicizie che ancora oggi rivivono quando varchiamo i cancelli del Rigamonti. Leggiamo i quotidiani francesi: del Brescia si parla poco. Ogni tanto mi addormento. Lione, Torino, Milano…Brescia… 14 giorni per sperare, 14 giorni in cui ne avrei viste di tutti i colori, tra grandinate colossali, ospedali, viaggi in Abruzzo, con la mazzata della finale di ritorno. Ma questa è un’altra storia.

“Ma ti ricordi di Parigi?”

E come faccio a scordarmela? 20 anni fa, oggi, sfioravamo il cielo con un dito.

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