BRESCIA, LA SALVEZZA UN SOLLIEVO MA ORA SERVE UN PROGETTO SERIO E DURATURO
RIFONDARE E’ LA PAROLA D’ORDINE, A PARTIRE DAL SETTORE GIOVANILE
Il Brescia Calcio si salva, ma è una salvezza che sa più di sollievo che di soddisfazione. I numeri non mentono, e raccontano di una stagione trascorsa troppo spesso sull’orlo del baratro, con una gestione che ha lasciato dubbi profondi e ferite ancora aperte. Perché se è vero che l’obiettivo minimo è stato raggiunto, è altrettanto vero che la strada percorsa è stata segnata da errori evidenti e da una sensazione costante di precarietà.
La società è stata spesso assente, distante, muta nei momenti chiave. Nessun progetto tecnico chiaro, nessuna direzione visibile, solo confusione. Il mercato, inesistente o sbagliato, ha lasciato una rosa sbilanciata, fragile, priva di vere alternative e con troppi nomi che hanno deluso le aspettative. Giocatori sopravvalutati, altri mai realmente integrati, e la sensazione che l’identità della squadra si sia persa tra scelte miopi e occasioni mancate.
Sette mesi per una vittoria casalinga: un dato che fotografa impietosamente la stagione. Due esoneri, cambi in panchina che non hanno portato la scossa sperata, ma solo ulteriore instabilità. Il settore giovanile, da sempre fiore all’occhiello, oggi è in disarmo: abbandonato, trascurato, svuotato di idee e prospettive.
La salvezza non deve essere un alibi. Deve invece essere il punto di partenza per un’autocritica seria, profonda. Serve rifondare, ricostruire, ripartire da un’idea chiara, da persone competenti, da un progetto a lungo termine. Perché Brescia merita molto più di una sopravvivenza strappata all’ultima curva. Merita dignità, visione e ambizione. E non si può più sbagliare.
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