FLAVIO TRANQUILLO: “PARLARE DI RIPRESA DELLO SPORT E’ SURREALE”

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Flavio Tranquillo, noto giornalista di basket, ha rilasciato un’intervista ai nostri microfoni in cui si sono toccati diversi temi. Il Covid-19 ha messo in ginocchio il mondo dello sport, in Italia come nel mondo le manifestazioni sportive sono state sospese, ma la domanda è legittima: si riprenderà a giocare o no?

Restando nel mondo del pallone a spicchi, la Serie A sembrerebbe valutare sempre più seriamente l’opzione di annullamento del campionato, proprio come ha anche detto il CT degli azzurri Meo Sacchetti. In America invece, si è sempre più convinti di proseguire la stagione in qualche modo, sempre se la situazione di emergenza dovesse rientrare. Ecco cosa ne pensa il giornalista di Sky Sport.

Finita l’emergenza, il campionato potrà riprendere con delle modifiche o deve essere stoppato definitivamente?

“Nessuno ha alcuna possibilità di prevedere gli orizzonti. Quindi è assolutamente tempo perso parlare di ricominciare o no, è un dibattito che a mio modo di vedere ha del surreale. Se serve semplicemente per passare il tempo, non mi aggrego ma posso comprendere, se invece qualcuno dovesse prendere sul serio una discussione in cui manca il primo parametro, ovvero un minimo di certezza sullo scenario che avremo, allora secondo me è più censurabile”.

Come mai la NBA ha bloccato in poche ore tutto, considerando anche solo i vari interessi economici che muove, mentre in Lega Basket c’è stato un momento di appannamento su una decisione importante è doverosa?

“La NBA si è fermata l’11 Marzo, ma a onor del vero si sarebbe voluto proseguire a porte chiuse; poi c’è stato il caso di positività da parte di Rudy Gobert è questo ha immediatamente fatto cambiare idea. Secondo me più che far le pagelle “buoni o cattivi”, c’è da cogliere la capacità di una lega che abbia una Governance in grado di prendere decisioni così importanti in poco tempo. Per questo è sicuramente un esempio virtuoso. Attenzione però, il voler andare avanti è assolutamente comprensibile, legittimo e auspicabile; naturalmente poi come dimostrano i fatti anche se vuoi andare avanti, c’è un momento in cui ti viene detto che non puoi farlo e devi fermarti. Ecco perché la discussione è una non discussione per definizione”.

Ma come sta Flavio Tranquillo senza NBA?

“In questo momento con altre cose a cui mandare il pensiero, è naturale che se tornasse l’NBA questo sarebbe un segnale che si ritorna verso la normalità e mi farebbe felice. Se però dovesse tornare ad esempio tra due anni, non mi preoccuperei dell’assenza dell’NBA che pur mi piace, ma della situazione che ha portato a questo stato di cose. Credo che uno dei lasciti con cui potremmo uscire migliori da questa esperienza, sarebbe quello di rifare un po’ ognuno la scala delle priorità”.

Tornando alla NBA, precisamente in casa Los Angeles Lakers, coach Vogel ha espressamente detto che vorrebbe proseguire la splendida stagione che sta disputando la squadra. L’ex Orlando Magic ha parlato di una possibilità di disputare direttamente i playoff in un’unica sede, ad esempio Las Vegas e giocare non al meglio delle sette ma al meglio delle tre. Cosa ne pensi?

Neanche la NBA con tutta la prontezza, l’organizzazione, le risorse può dire: torniamo in campo il giorno X. Più si allontana questo giorno, ammesso che ci possa essere, più andrai a modulare quello che potrai fare rispetto al tempo che hai a disposizione. È impossibile che la stagione si concluda in modo regolare, con la fine della regular season e lo svolgimento dei play off. Quindi se sarà impossibile è inutile dire se è meglio a tre o cinque o sette, perché tutto è in funzione di qualcosa che non dipende da te. È normale che la salute arriva prima di tutto, è logico e non serve sottolinearlo; gli interessi delle società sono comunque più che legittimi.”

Giocatori di un certo spessore, l’esempio più facile: LeBron James, possono avere un valore specifico e condizionare le decisioni prese dai vertici?

“Anche solo in senso tecnico, se l’attività della NBA dovesse superare il 30 di giugno, servirà un addendum al contratto collettivo. Quest’ultimo è firmato dalla NBA e dall’associazione giocatori e per far sì che possa essere ritoccato serve l’accordo tra le parti naturalmente. Già questo può far capire il tipo di peso che hanno gli atleti, non è un peso teorico anzi. naturalmente non si deve confondere il peso contrattuale dei giocatori come componente con il desiderio del giocatore x,y o z. Se quel giocatore poi si dovesse chiamare James è normale che avrebbe un peso mediatico superiore a y e z”.

Di Alfredo Novello

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