UN UOMO IN ROSSO: IL SOGNO REALIZZATO DI FRANCESCO CIGARINI

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IL MECCANICO BRESCIANO: “PER 22 ANNI HO VISSUTO IL MIO SOGNO ALLA SCUDERIA FERRARI”

Un uomo in rosso: storia di un ragazzo che ha realizzato il proprio sogno. Sarebbe la giusta trama del film da dedicare alla vita di Francesco Cigarini. Il meccanico bresciano ha legato indissolubilmente il suo nome a quello della Scuderia Ferrari. “ Sono orgoglioso d’aver vinto due sfide: essere padre e riconosciuto come uno che ha sempre dato il cuore per la Ferrari. Ho la fortuna di crescere un figlio e di aver cantato l’inno italiano sotto il podio”. Nato a Desenzano da mamma leccese e padre di origini emiliano-reggiane, Cigarini ha vissuto la sua giovinezza sognando di lavorare in Ferrari. “Tutti sapevano la mia ambizione d’entrare a far parte della squadra del cavallino -confessa Francesco-. Sono sempre stato appassionato di motori e di F1. Ho inseguito il mio sogno, l’ho vissuto cucendomi addosso vittorie e sconfitte. È stato un lungo viaggio, difficile, ma entusiasmante”.

Nella foto Cigarini al fianco di Charles Leclerc nel box della rossa di Maranello (Photo by Francesco Cigarini Official Twitter)

L’avventura in rosso del “Ciga”, come lo chiamano nel paddock, è iniziata una sera di tanti anni fa davanti alla tv. “Stavo guardando Porta a Porta. Era la puntata in cui Schumacher entrò in macchina da Vespa. Un meccanico spiegò che per entrare in Ferrari bastava inviare un curriculum, così feci. Ero un periodo particolare della vita: avevo 24 anni e non riuscivo a vedere il mio futuro. Dopo una settimana mi chiamarono. Il 29 luglio del 1999, il giorno del mio 25° compleanno, firmai per Ferrari”. Da quel momento all’addio a Maranello sono trascorsi 22 anni 3 mesi e 2 settimane. “La scelta di lasciare la Ferrari è stata dettata da numerose ragioni -ha raccontato Cigarini-. Sono uscito da un mondo incantato ma avevo bisogno di staccarmi, cercare nuove emozioni. Per quanto difficile è stata ponderata. Ora vado in cerca di qualcosa che mi arricchisca e non escludo un ritorno in F1”. Francesco Cigarini ha lavorato a fianco di grandissimi piloti di rosso vestito vivendo gli anni d’oro di Michael Schumacher, quelli intensi di Felipe Massa e Fernando Alonso, gli inizi di Charles Leclerc fino ai mondiali sfiorati con Sebastan Vettel e vinto con Kimi Raikkonen.

“Schumacher era un microcip emozionale: era determinatissimo, guardava ogni particolare. Aveva un’umanità straordinaria celata dietro alla figura del campione. Il periodo delle sue vittorie è stato unico: lavoravo per continuare a vincere”. Rapporto speciale anche quello con Massa e Vettel. “Sebastian mi ha inviato a Imola. Tornare nel paddock mi ha aiutato a capire chi sono ora. Lui, pluricampione del mondo, ha un senso della famiglia fortissimo. Anche Massa è così. Ho un rapporto speciale con tutta la famiglia del brasiliano”. Quelli trascorsi in pista sono stati anni intensi per Francesco. Difficile immagazzinare ogni istante, ogni attimo: la catalogazione delle emozioni è ancora in corso. “Oggi ripenso agli occhi dei piloti -confessa Cigarini-. Io ero il meccanico più vicino alla monoposto. Scrutavo il loro sguardo, prendevo la carica e intuivo la determinazione. I loro occhi erano fantastici. Quella sensazione del guerriero, quello che finalizza lo sforzo di tutti è impagabile”.

Nel circus della F1 Francesco Cigarini è ben visto da tutti. Stimato da professionista, apprezzata persona. “Nel paddock ho sempre cercato di essere me stesso. Sorridevo a tutti stemperando la tensione e la pressione con battute. Vivendo in quel mondo conoscevi tanti ragazzi -racconta sorridendo-. Davo il caffè espresso ai meccanici della McLaren con il bicchierino Ferrari”. Tra le passioni di Francesco c’è la musica. “Sono cresciuto con le canzoni dei Timoria. A Pedrini feci fare una foto con Leclerc, mi ringrazia ancora. E a Blanco -prosegue- avevo girato alcune strofe di una mia canzone”. In attesa del futuro, della giusta emozione, Francesco Cigarini fa il papà a tempo pieno cercando di trasmettere la passione al figlio di 4 anni, quella che lo ha portato a coronare il grande sogno.

Fonte Bresciaoggi del 19/05

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